La satira come risorsa educativa
Disgustosa, grossolana, avvilente, dissacrante, offensiva, anticulturale… Sono solo alcuni degli aggettivi impiegati in spregio del Mistero Buffo, l’opera teatrale nata nel 1969 dal genio di Dario Fo e di Franca Rame, destinata, fin dagli esordi, a suscitare veementi polemiche sui quotidiani d’Italia, all’interno dell’emittente televisiva nazionale, che la mandò in onda il 22 aprile 1977, in prima serata su Rai 2.
Com’è possibile – tuonò allora l’Osservatore Romano – che le autorità preposte alle radio-diffusioni in Italia abbiano consentito un’operazione destinata così chiaramente a ferire le coscienze dei cattolici?, e soprattutto nei palazzi del potere apostolico e romano non meno che laico e partitico (almeno di una certa parte politica).
Il gradimento del pubblico e una critica non preconcetta le avrebbero reso pieni meriti e giustizia negli anni a venire.
Oggi parliamo, infatti, di un capolavoro universalmente riconosciuto, della terza opera più rappresentata al mondo, tradotta in 16 lingue, protagonista di 574 e forse più produzioni. E che è valsa – è il caso di ricordarlo – il conferimento del Nobel a Dario Fo, sesto autore italiano nella storia del Premio ad essere insignito del prestigioso riconoscimento. Motivazione del premio? “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”.
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